Caprara e capre

Oggi Caprara d’Abruzzo
è una “tranquilla frazione” di Spoltore (Pescara). Pur non essendo (più) un comune autonomo, questo paese ha avuto una tormentata storia toponomastica recente. Fin quando costituiva università a sé, cioè fino al 1807, quest’ultima era nota semplicemente come “Caprara”. Aggregato a Spoltore, il paese mantenne il suo nome, non essendovi altri centri omonimi nelle Due Sicilie. Neanche dopo l’Unità il problema si pose, perché nel nuovo regno c’era solo una “Caprara sopra Panico” (Bologna), che per di più cambiò nome in Marzabotto nel 1880. Tuttavia, nel primo dopoguerra, il R.D. 5 luglio 1934 (n. 1329) sanciva il cambiamento di denominazione in “Caprara di Pescara”. Perché “di Pescara”? Perché nel frattempo – e la vicenda è poco nota – il comune di Spoltore, con le sue frazioni compresa Caprara, era stato aggregato a quello di Pescara con R.D. 16 febbraio 1928 (n. 363). La nuova denominazione probabilmente spiacque ai frazionisti e di fatto, con R.D. 17 agosto 1938 (n. 1451), il comune di Pescara fu autorizzato a cambiare il nome della sua frazione in “Caprara d’Abruzzo”. Col ritorno di Spoltore a comune autonomo, sancito col D.L. 27 luglio 1947 (n. 803), la situazione non cambiò e Caprara mantenne il suo nome ormai definitivo (fino ad oggi).

Il toponimo Caprara riflette quel processo di creazione toponimica per cui un nuovo centro abitato trae il nome dalla località preesistente. Nel nostro caso, un diffuso termine descrittivo che designa una località utilizzata per il – o adatta al – pascolo e/o ricovero delle capre: morfologicamente, si tratta del latino capra, con il suffisso -aria (da cui -ara nei dialetti centro-meridionali, -aia in italiano). L’attuale centro abitato di Caprara emerge nel XVI sec. come villa di recente ripopolamento nel feudo disabitato, appartenente all’Abbazia di S. Giovanni in Venere, che fu del castello medievale di Roiano. Evidentemente, i coloni adottarono, accanto a quello del feudo, il nome della contrada nella quale si si insediarono. Una contrada di capre, per l’appunto.

Un processo simile dovette svolgersi anche altrove in Abruzzo ma ben prima, durante i secoli bui dell’alto medioevo. Penso al nome del castello di Ruzzacapra, da ubicare nei pressi di Popoli e scomparso già nel XII sec. Qui il toponimo è una chiara allusione al terreno ripido e scosceso, adatto a rendere imprendibile un centro fortificato, e a far ‘ruzzare’, cioè ‘saltellare’, quasi per gioco, per le capre.

Foto: http://web.tiscali.it/capraradabruzzo/