La mia sui toponimi bizzarri

BastardoOggi trovo sul sito del Corriere della Sera una simpatica rassegna fotografica dedicata a toponimi, italiani e stranieri, all’apparenza bizzarri, scurrili o imbarazzanti. Non è certo la prima compilazione del genere: lo stesso Corriere l’aveva proposta nel 2007 e basta poi cercare in rete per trovare questa, questa o ancora questa.

In questo genere di articoli o post non si affrontano di solito le ragioni cha hanno condotto a toponimi del tutto legittimi dal punto di vista storico e linguistico, per quanto appaiano improbabili oggi. Rimediamo, almeno in parte, subito.

In alcuni casi, il poleonimo (nome di centro abitato) bizzarro odierno riflette un antico micro-toponimo nato da una particolare emergenza locale. Così, Bastardo (Giano nell’Umbria PG) era in origine il sito dell’Osteria del Bastardo, dal nomignolo del proprietario. Purgatorio (Custonaci TP e molte altre) richiama una chiesa o cappella intitolata alle Anime Sante del Purgatorio. Casa del Diavolo (Perugia, Lavello PZ) è il nome con cui i locali designavano dei ruderi antichi manifestamente non di chiese (ad esempio una villa romana), e perciò attribuiti al diavolo, anche se talvolta può dipendere da un affresco raffigurante il diavolo. La Sega (Gruaro RO e molte altre) designa originariamente un mulino idraulico, evidentemente dotato di ruota per azionare una sega.

Ma in molti altri casi, il poleonimo bizzarro cela un’origine del tutto banale, ossia una voce descrittiva del territorio, magari caduta in disuso nel frattempo. Così, Scopa (VC e molte altre) riflette il fitonimo scopa ‘erica’. Paperino (Prato PO) è voce locale per ‘centonchio’, un erba, e deriva in ultima analisi da papyrus. Orino (VA) è diminutivo del latino regionale *orum ‘orlo (di terra)’. Orgia (Sovicille SI) è da hordeum ‘orzo’. Inferno (Cervia RA e molte altre) designa un luogo basso o un fosso incassato. Coscia (Alassio SV) ha probabilmente la stessa origine del vocabolo italiano, cioè da coxa ‘anca’, per via della forma della località. Belsedere (Trequanda SI) è un composto di bellu(m) ‘bello’ e sedere (o sedile) ‘dimora stabile di servi nel fondo [1]). Fallo (CH) riflette il vocabolo *faldum ‘falda, pendio’, con la nota assimilazione LD > LL dei dialetti centro-meridionali. Godo (Russi RA e altrove) si spiega o coll’antroponimo ed etnonimo Gothus ‘Goto’ o, qualora questo fosse da escludere per la qualità della O del toponimo, con un lat. medievale gaudium ‘bene fondiario in godimento’, quindi da gaudere. Femminamorta (diffusissimo) designa località che hanno la forma di una donna allungata, come ad es. la sommità delle Maiella. Alluvioni Cambiò (AL) è l’unione di due toponimi, di cui il più antico, Cambiò riflette un composto con campus (Beati?), mentre il più recente prese il nome da un’alluvione. Anche Ramazzano-Le Pulci (Perugia PG) è formato da due distinte località, delle quali la prima ha un nome prediale, significante ‘(podere di) Romatius‘, mentre la seconda lo trae probabilmente dalla povertà delle prime abitazioni. Quanto a Sesso (Reggio nell’Emila RE), varie ipotesi sono state proposte dagli studiosi locali, tutte riconducibili a voci geografiche tardo-antiche. Infine, Premilcuore (FC) pare un nomignolo alludente all’affanno che si provava nella salita al paese; le attestazioni medievali Planum Mercuri sembrano estrapolazioni semi-dotte, mentre un’altra ipotesi è da riflessi locali di corium ‘cuoio’ con riferimento a qualità del terreno.

Spiace che il nome della città già vescovile di Troia (FG) sia considerato “bizzarro”, quando è invece un conio bizantino, probabilmente alludente all’antica città iliaca e dunque tutto sommato benaugurale, per designare il borgo rifondato nel 1019 sul sito dell’antica Aecae. Scopro grazie a questa rapida analisi che Trepalle (Livigno SO), ex comune più elevato d’Europa, potrebbe continuare un nome celtico indicante un ‘passo con abitazioni’ [2]. Mentre ricordiamo che il nome di Loculi (NU) fa parte di quel sostrato paleosardo, prelatino, ancora tutto o in gran parte da decifrare.

[1] G.B. Pellegrini, Toponomastica italiana, Mialno: Hoepli, 1990.

[2] G. Borghi, Continuità celtica della toponomastica indoeuropea in Valtellina e Valchiavenna, IDEVV, 2008-2009, citato qui.