Moscufo

Moscufo(da Il Sorpasso, periodico politico-culturale-sportivo di Montesilvano, a. 3, n. 1, Gennaio 2017)

Continuiamo il nostro viaggio tra i nomi dei comuni prossimi a Montesilvano, toccando in questa puntata Moscufo. L’etimologia più diffusa, citata tanto dalle pubblicazioni più autorevoli quanto dai siti internet istituzionali, vorrebbe che il toponimo rifletta un nome personale medievale, di origine germanica. Forse il nome del colono longobardo che per primo occupò il sito del futuro centro abitato.

Questa etimologia va fatta risalire ai lavori del filologo tedesco Ernst Gamillscheg (1880–1962). In uno dei suoi volumi sulla storia della presenza germanica nei territori di lingua latina, Gamillscheg citava un toponimo Moscufo, che localizzava in provincia di Torino, ritenendolo derivato da un personale germanico Muskulf.

Probabilmente il tedesco aveva confuso Torino per Teramo, provincia alla quale Moscufo apparteneva nel 1924 (data di edizione della carta da lui consultata). In effetti, non sono riuscito a trovare nessun toponimo simile a Moscufo in provincia di Torino, né nel Piemonte e nemmeno altrove. Di fatto, il nostro Moscufo sembra essere l’unico del suo genere (almeno ai giorni nostri: ho trovato in antichi documenti cassinesi una località Muscufo situata presso S. Pietro Infine, in provincia di Caserta).

Quanto al nome personale Muskulf, Gamillscheg non poté fornire altri esempi di toponimi da esso derivati. In effetti, non è nemmeno chiaro da dove lo abbia preso, questo nome, il quale non sembra attestato nemmeno in area propriamente germanica. Lo stesso autore riconosceva che il personale salernitano medievale Musko non è germanico, ma di origine completamente latina.

Del resto l’evoluzione di un ipotetico Muskulf in Muscufo (IX secolo), Moscufo (XI secolo), sarebbe molto strana, in quanto nulla giustificherebbe la caduta della L. Per fare un esempio a noi vicino, (Poggio) Cinolfo (frazione di Carsoli, AQ) è la regolare evoluzione del personale Sicinulfus, questo sì longobardo. Ma in Cinolfo la L è rimasta ben presente fino ai giorni nostri.

Per concludere le argomentazioni contro l’etimologia tradizionale, sarebbe pure insolito che un nome di persona sopravviva come toponimo tale e quale, senza suffissi, né come specificazione di un appellativo comune (come è nel caso citato sopra, dove il personale Cinolfo è sopravvissuto come specificazione di Poggio).

Ma allora, se non c’è nessun Muskulf longobardo da tirare in ballo, da dove viene il nome di Moscufo?

Io ripartirei proprio da quello strano suffisso -ufo. Non è un suffisso comune: i soli altri toponimi che lo presentano sono una manciata del tipo Carrufo, Carufo o Garrufo, nonché l’isolato Marufo, i quali si trovano tutti distribuiti tra Abruzzo, Lazio e Marche. Nell’area un tempo abitata dalle popolazioni preromane dette ‘italiche’, che ormai conosciamo bene.

Lo stesso suono F è talmente tipico di queste lingue che è spesso considerato una ‘spia italica’ quando compare nel mezzo della parola. Le lingue italiche, infatti, presentavano una F al posto delle aspirate sonore (come la *BH) delle radici indoeuropee. Il latino, invece, aveva la F solo in posizione iniziale, mentre all’interno della parola aveva conservato il suono B, pur senza l’aspirazione. Così, ad esempio, l’italiano tartuFo tramanda la variante sabina del latino territuBer.

Forse allora dovremmo considerare Moscufo un toponimo di origine prelatina, italica. Probabilmente un appellativo comune, affiorante sia in area vestina (il nostro) che sannita (il Muscufo presso Caserta citato sopra). Analizzando il tema musc-, mosc-, potremmo accostarlo al latino muscus ‘muschio’ presente in numerosi toponimi italiani. Oppure a musca ‘mosca’, nel senso di luogo infestato dalle mosche, moscaio. In questo caso la variante Muscosum con la quale il toponimo fu trascritto nel XII secolo andrebbe forse vista come un riadattamento latino del nome originariamente italico.

Antonio Sciarretta

(immagine: it.wikipedia.org)