Uno sguardo alla Siria

SyriaIn questi ultimi mesi leggiamo spesso della Siria sui giornali. Dimenticando per un istante la tragica cronaca quotidiana e gli inconfessabili interessi strategici messi in gioco dalle potenze regionali e globali, approfittiamone per ripassare un po’ la toponomastica siriana. Infatti, dai media non emerge a sufficienza il fatto che buona parte delle città siriane possiede un esonimo italiano.

Un primo gruppo di esonimi italiani ricalca il nome classico, greco e latino delle città. Prendiamo il nome della capitale: in arabo è Dimashq, ma in italiano tutti la chiamiamo Damasco, riprendendo il latino Damascus, a sua volta adattamento dal greco e questo dall’antichissimo nome originario, (pre-)semitico. Leggermente meno fortuna ha avuto il nome Laodicea (nome ellenistico attribuito alla fondazione della città), sopravvissuto nell’arabo al-Ladhiqiyyah e da questo adattato prima in francese come Lattaquié, poi in inglese come Latakia, per cui in italiano viene ormai spesso chiamata Lat(t)akia. Discorso simile per quella che oggi viene chiamata Homs (ma che in realtà in arabo è Hims o Hems, e come tale era conosciuta in italiano nel XIX sec.), dimenticando che l’endonimo continua in realtà il classico greco-latino Èmesa, che andrebbe preferito in italiano. Pochisismo usato è l’ellenistico Epifània per Hama (in arabo Hamah), quest’ultimo del resto già recuperato nelle fonti greche medievali. Ancor meno Callinico per al-Raqqa, mentre in passato era comune la traslitterazione italianeggiante Racca. Quasi dimenticato il classico Adraa per la transgiordana Dara’a (nome variamente traslitterato). Invece del nome classico Soada (di origine nabatea, cioè araba) si preferisce oggi in italiano l’endonimo arabo, nella traslitterazione inglese al-Suwayda o francese Soueïda.

Una seconda ondata di esonimi italiani arrivò con le Crociate. Aleppo è l’italianizzazione medievale di un antichissimo nome che suonava più o meno Halab (così è ancora chiamata in arabo), e tale versione si diffuse in tutta la Cristianità, tanto che è oggi l’esonimo inglese ufficiale. Similmente, la greco-romana Antaradus, in arabo Tartus, fu ribattezzata dai Crociati italiani Tortosa e come tale ancora nota, sebbene l’internazionale Tartus recuperi oggi terreno.

Mancano esonimi italiani per città provinciali prive di passato classico, come Idlib, in passato più spesso scritta Idleb; al-Hasakah, quantunque talvolta scritta secondo la traslitterazione francese Hassaké o in passato Hassetché (ma dal nome dell’arcieparchia cattolica di rito siriaco sembrerebbe esistere Spina come esonimo latino-ecclesiastico); Deir el-Zor, dal nome arabo ‘monastero’.