Colle della Vecchia

Sorpasso(da Il Sorpasso, periodico politico-culturale-sportivo di Montesilvano, a. 2, num. 1)

In molti si saranno chiesti chi sia la’vecchia’ che ha dato il nome a quella collina sormontata da una croce che domina via Verrotti. In questo pezzo non proporrò una risposta, poiché credo che la denominazione sia legata o alla forma di un elemento geografico o ad una qualche leggenda locale, entrambi elementi che, da « forestiero » poco pratico del territorio montesilvanese, confesso di non conoscere.

La motivazione geomorfica potrebbe certo essere alla base del toponimo. In altre parole, la forma del colle avrebbe potuto, almeno in passato, richiamare quella di un volto femminile. Si pensi alle denominazioni, anche recenti, di ‘bella addormentata’ per il profilo del Gran Sasso visto dalla costa o di ‘femmina morta’ per quello della Majella visto dall valle peligna. Girando sul web, ho trovato almeno un’altra località, il Colle della Vecchia presso Usseaux (TO), il cui nome è attribuito alla forma di un masso che richiama quello di una donna.

Altre volte è un’immagine, una statua di un personaggio femminile ad aver creato delle denominazioni come ‘Fonte della Vecchia’ a Siena, la quale dipende da un’antica decorazione, poi scomparsa, della fontana.

Più in generale, in toponimi di questo tipo potrebbe essere implicata una leggenda locale, legata ad almeno uno dei due elementi sopra citati. Nel caso del Colle della Vecchia (con il vicino Lago della Vecchia) in provincia di Biella, vi sono almeno tre versioni di un’antichissima leggenda che parla di una fanciulla o regina che perse il guerriero o re che amava e che ne vegliò il corpo sepolto in fondo al lago, finché non diventò vecchia e fu considerata dai locali una maga dispensatrice di rimedi e sortilegi.

Queste leggende non fanno che riprendere e tramandare l’antichissimo archetipo della ‘Vecchia’, saggia o maga, ma talvolta pericolosa e vendicativa. Oltre ad essere presente in miti, leggende, feste in tutto il mondo, ‘La Vecchia’ è anche alla base di denominazioni di fenomeni atmosferici e naturali (come la nebbia o l’arcobaleno), animali (come la coccinella o la donnola), malattie e manufatti (come le pietre megalitiche) in diverse lingue, anche a noi prossime. Alcuni studiosi l’hanno interpretata come una trasfigurazione della ‘Grande madre’ dominatrice della natura, che sarebbe stata venerata come divinità in epoca preistorica.

Si adorava la ‘Grande madre’ anche sulla collina di Montesilvano? Suggestivo il parallelo con l’apparizione mariana (della nostra ‘Grande Madre’, cioè), annunciata da una falsa veggente nel 1988 e che proprio qui avrebbe dovuto aver luogo…

In alternativa propongo qui un’ulteriore derivazione che, in ultima analisi, farebbe a meno della motivazione mitologica. Come è noto ai glottologi, esiste una sorprendente connessione linguistica tra i vocaboli che designano ‘La Vecchia’ e quelli che indicano la ‘frana’ (ma anche, in aree montane, la ‘valanga, slavina’) nel lessico di molti dialetti e lingue europee. Alcuni autori hanno preso molto sul serio questo collegamento fino a suggerire un’origine « totemica » dei secondi, da far risalire addirittura ad epoche preistoriche. Secondo tali autori, termini come lava, valanga e slavina deriverebbero tutti, attraverso varie vicissitudini linguistiche più o meno documentate, da ava ‘antenata’. Si tratterebbe di una sorta di « tabù » che i cacciatori paleolitici avrebbero introdotto per denominare elementi della natura terribili e pericolosi : invece di chiamarli con un nome specifico, avrebbero preso ad invocare la ‘Grande madre’ al loro posto.

Personalmente ritengo poco probabile un’origine tanto antica e, da un punto di vista linguistico, ritengo più probabile una derivazione nella direzione opposta. Penso, cioè, che vocaboli come lava, lavina, che riflettono il latino labem ‘scivolamento, frana’, siano  stati falsamente analizzati in epoca tardo-latina o alto-medievale (non preistorica) come l’ava e re-interpretati nel senso ‘l’antenata, la vecchia’. Questa derivazione da lava ‘frana’ si applicherebbe particolarmente bene al nostro caso. Infatti, il nostro Colle della Vecchia è noto per la sua franosità, tornata recentemente di attualità.