Treviri dei Treveri

Porta NigraTutti, almeno i lettori delle avventure di Asterix e Obelix, sanno che l’antico nome romano di Parigi era Lutetia, e forse qualcuno ricorda pure che l’odierno nome (Paris) deriva dalla locuzione civitas Parisiorum con la quale la città era nota durante il tardo Impero ed il primo Medioevo. Questi Parisii non erano altro che il popolo gallico il quale aveva per capitale Lutetia.

Similmente, chi va in gita a Treviri, la Trier tedesca, città sulla Mosella fra le piu antiche ed interessanti di Germania, non può fare a meno di riflettere sul fatto che il toponimo attuale non tramanda quello romano di Augusta, ma quello dei Treveri, la popolazione celto-germanica della zona.

Questo processo linguistico, per il quale una città perse il suo nome per assumere quello del popolo di cui era la civitas-capoluogo, è molto diffuso nei territori delle antiche Gallie. Che non coincidono con l’attuale Francia, ma arrivano fino al Reno occupando l’attuale Belgio e parte di Paesi Bassi e Germania. Gli antichi popoli di questa vasta area i cui nomi sopravvivono in quelle delle attuali città, grandi e piccole, sono davvero tanti. Eccone alcuni.

Gli Abricantui hanno lasciato il nome ad Avranches (Normandia, la gallo-romana Igena). Gli Ambiani ad Amiens (Piccardia, g.-rom. Samarobriva). Gli Andecavi ad Angers (Paesi della Loira, g.-rom. Iuliomagus) e alla sua provincia, l’Anjou. Gli Atrebates ad Arras (Nord, g.-rom. Nemetocenna). I Baiocasses a Bayeux (Normandia, g.-rom. Augustodurum). I Bellovaci a Beauvais (Piccardia, g.-rom. Caesaromagus). I Bituriges a Bourges (Centro, g.-rom. Avaricum) a alla sua provincia Berry. I Cadurci a Cahors (g.-rom. Divona) e alla sua provincial Quercy. I Carnutes a Chartres (Centro, g.-rom. Autricum). I Catalauni a Châlons (Champagne). I Caturiges a Chorges (Provenza). I Cenomani a Le Mans (Paesi della Loira, g.-rom. Vindinum) e alla sua provincia Maine. I Coriosolitae a Corseul (Bretagna, g.-rom. Fanum Martis). I Diablinti a Jublains (Paesi della Loira, g.-rom. Noviodunum). I Durocasses a Dreux (Normandia). Gli Eburovices a Evreux (Normandia, g.-rom. Mediolanum). I Gabali a Javols (Linguadoca, g.-rom. Anderitum) e alla sua provincia Gévaudan. I Lemovices a Limoges (Limosino, g.-rom. Augustoritum) e alla sua provincia Limousin. I Lexovii a Lisieux (Normandia, g.-rom. Noviomagus). I Lingones a Langres (Champagne, g.-rom. Andematunnum). I Mediomatrici a Metz (Lorena, g.-rom. Divodurum). I Meldi a Meaux (Isola di Francia, g.-rom. Iatinum). I Namnetes a Nantes (Paesi della Loira, g.-rom. Condivicnum). I Petrocorii a Périgueux (Aquitania, g.-rom. Vesunna) e alla sua provincia Périgord. I Pictavi a Poitiers (Poitou-Charente, g.-rom. Lemonum) e alla sua regione Poitou. I Redones a Rennes (Bretagna, g.-rom. Condate). I Remi a Reims (Champagne, g.-rom. Durocortora). I Ruteni a Rodez (Occitania, g.-rom. Segodunum). I Sagii a Sées (Normandia, g.-rom. Noviodunum). I Santones a Saintes (Poitou-Charente, g.-rom. Mediolanum). I Senones a Sens (Borgogna, g.-rom. Agedincum). I Silvanectii a Senlis (Piccardia, g.-rom. Augustomagus). I Suessiones a Soissons (Piccardia, g.-rom. Augusta). I Tricasses a Troyes (Champagne, g.-rom. Augustobona). I Tricastini a Saint-Paul-Trois-Châteaux (Rodano-Alpi). I Tungri a Tongres (Belgio, g.-rom. Atuatuca). I Turones a Tours (Centro, g.-rom. Caesarodunum) e alla sua provincial Touraine. I Vasates a Bazas (Aquitania, g.-rom. Cossium). I Veneti a Vannes (Bretagna, g.-rom. Darioritum). I Viducasses a Vieux (Normandia, g.-rom. Aregenua). I Viromandui a Vermand (Piccardia, g.-rom. Augusta).

A questi aggiungiamo i Boii, che lasciarono il nome non alla loro civitas, ma alla provincia di Buch, i Caletes alla provincia di Caux, i Vellavi a quella del Velay, i Veliocasses al Vexin, i Bigerri alla Bigorre, i Convenae al Comminges, ed i Consoranni al Couserans.

Meno fortunati due fra i maggiori popoli gallici: gli Arverni, la cui civitas Arverna (g.-rom. Augustonemetum) col tempo fu chiamata Clermont-Ferrand (ma tutta la regione è ancor oggi nota come Alvernia) e gli Edui, alla cui civitas (g.-rom. Augustodunum) fu preferito il nome Autun all’alternativo Edua.

Stranamente, lo stesso processo non si è verificato in altre aree di popolamento gallico, come l’Italia settentrionale (Gallia Cisalpina). Qui, le civitas hanno generalmente conservato I loro nomi, non quelli dei popoli.