Antichissimi monti

250px-PopeleoIXE’ noto come molti nomi di città e di fiumi italiani siano antichissimi, risalenti all’epoca preromana e ai popoli che abitavano le rispettive regioni prima che si mettessero a parlare latino. Nel mio libro Toponomastica d’Italia. Nomi di luoghi, storie di popoli ho analizzato piuttosto in dettaglio questi toponimi ed idronimi e ho cercato di fornire spiegazioni plausibili per la loro origine ed il loro significato.

E’ forse meno noto che anche i nomi di località montane possono tramandarsi quasi inalterati per secoli e millenni. Di rado troviamo questi oronimi citati nelle fonti greco-latine, ma per alcuni di essi possiamo attestare una continuità di almeno un migliaio di anni.

Prendiamo il caso dell’Abruzzo, e dell’area aquilana in particolare. Alcuni documenti dei secoli X e XI sono illuminanti a questo riguardo. Una bolla di Papa Leone IX datata 1052 descrive i confini della diocesi di Valva (allora con sede a Corfinio, in seguito spostata a Sulmona) partendo da sudest e procedendo in senso antiorario seguendo dapprima i confini con Chieti, poi con Penne, Forcona ed infine coi Marsi, per ritornare al punto di partenza. Tra i nomi di località citati troviamo i seguenti sette toponimi (li trascrivo seguendo grafie più rispondenti alla realtà attestate in successive conferme): Furca de Cozzia, Serra(m) de Cannatina, Serra de Sigella, Serra(m) de Monte Christi, Monte Cenerarici, Serra de Cantu e Furca(m) Mizula.

Furca de Cozzia è il valico sopra Palena (Ch), tra le montagne della Porrara e della Maiella, che ancor oggi si chiama Guado di Coccia (da coccia ‘testa’, con allusione alla Porrara). Serra de Cannatina è il crinale tra Forca di Penne ed il Gran Sasso, con un importante valico che ancor oggi si chiama Cannatina (da cannata). Serra de Sigella doveva indicare nel XI sec. la cresta orientale del Gran Sasso, quella che oggi chiamiamo M. Camicia, ma sulle quali le carte topografiche ancora segnalano una cima secondaria chiamata M. Siella (da studiare: forse una variante di sigillum ‘piccola immagine, statuetta’). Serra de Monti Christi è il Monte Cristo che chiude ad ovest il bacino di Campo Imperatore. Mons Cenerarium sta per il Cenerale, la piccola montagna che sovrasta Poggio Picenze (Aq). Serra de Cambio è il Monte Cagno, crinale tra Rocca di Cambio ed Ocre (Aq) (dal personale romano Cambius). Furca Mizula è un importante valico di transito tra Rocca di Cambio (Aq) e Campo Felice, chiamato ancor oggi Forca Miccia (origine oscura).

Andando ancora più indietro nel tempo, in un diploma del 956 indirizzato dall’imperatore Ottone al vescovo di Forcona (Civita di Bagno, sede poi trasferita all’Aquila), tra i confini della diocesi e contea si citano Saltum Felicem (Campo Felice) e un Vadus, che non è altro che il Vado di Corno, l’importante valico sul Gran Sasso che mette in comunicazione Campo Imperatore col versante teramano.

Molto spesso questi oronimi sono stati tramandati oralmente dai paesani e sono stati ripresi dalle carte topografiche solo in epoca relativamente recente, come ho potuto riscontrare nel corso delle indagini condotte personalmente in quei luoghi (Toponomastica dell’Appennino Centrale).

Antonio Sciarretta