Barco

Sorpasso(da Il Sorpasso, periodico politico-culturale-sportivo di Montesilvano, anno I, num. 6)

Questo articolo comincia con una digressione di qualche centinaio di metri oltre il confine meridionale di Montesilvano, nel territorio di Spoltore, dove troviamo, lungo l’omonima strada, la Fonte Barco. Si tratta di una fontana monumentale del 1700-1800, restaurata di recente, nei pressi della quale è stata rinvenuta una costruzione di epoca precristiana che ha autorizzato la sistemazione di un cartello con la scritta « fonte millenaria ».

Ci occupiamo di Fonte Barco perché sul versante sinistro del fosso dove si trova la fonte, che è chiamato Fosso Grande, troviamo la località Barco che ricade nel comune di Montesilvano. In realtà, con questo toponimo le carte militari designano due località distinte : una lungo la valle e l’altra sul crinale, tra Vallerosa e Colle Arena.

Il toponimo Barco non è certo isolato. Conosciamo molte località italiane con questo nome, specialmente nell’Italia settentrionale ed in Calabria. Si tratta di riflessi locali di barco, voce presente anche nell’italiano come variante di parco, nel senso originario di ‘recinto dove si rinchiudono animali selvatici per poterli poi cacciare’. Localmente, tale voce è passata spesso a designare in genere un ‘recinto per animali’, uno ‘stazzo’. L’etimologia di barcus/parcus non è chiara ; si sa di certo che la troviamo scritta in epoca altomedievale come parricus e forse barricus e che forse arrivò al latino da una lingua germanica o celtica.

Si ispiravano senz’altro a questa etimologia gli autori del sito internet del comune di Spoltore che scrivono a proposito della loro fonte : « iI nome Barco designava un luogo di sosta temporanea delle greggi (è sita, tra l’altro, lungo un tratturo) che rasavano e concimavano il prezioso prato ». Formalmente ineccepibile, ma va considerato che la diffusione del termine barco suddetto è piuttosto settentrionale (le attestazioni in Calabria saranno o di importazione normanna o avranno un’origine completamente diversa, come pure proposto da qualche studioso), mentre non sembrano esservi altri casi in Abruzzo. Propongo pertanto ai lettori del Sorpasso un’etimologia alternativa, basandomi sul ragionamento seguente.

Innanzitutto, le contrade di Montesilvano chiamate Barco non possono dipendere direttamente dal nome della fonte, poiché si trovano abbastanza distanti da essa, per giunta in un comune diverso ; potrebbero invece riflettere il nome originario del vallone oggi detto Fosso Grande. Questo nome, in effetti, è troppo generico e non può essere molto antico : il nome originario deve essersi perso nel corso dei secoli. Sono riuscito a trovare una traccia di questo nome originario nel documento dell’anno 1051 di fondazione del monastero di S. Maria a Picciano. In questo testo, descrivendo i confini della dotazione del monastero, l’autore dice ad un certo punto che il confine corre lungo il « barcum Baravonem » che, analizzando il testo, si capisce corrispondere ad un torrente al confine tra Picciano ed Elice che oggi è chiamato Baricello. Dalla struttura della denominazione si capisce che « barcum » era inteso come nome comune e doveva designare un ‘fosso’, mentre Baravone ne era il nome proprio. Ci sarebbe molto da dire anche su questo toponimo ma andremmo fuori tema : ci limitiamo a dire che, col tempo, questo nome scomparve ed il fosso fu chiamato semplicemente Baricello, con un diminutivo cioè di baricus, la forma primitiva di barcus.

La storia del Baricello ci autorizza a speculare che anche nel nostro caso (Fosso Grande) il nome originario fosse bar(i)cus, ossia semplicemente ‘il fosso’. Per qualche motivo il nome andò perduto per quanto riguarda il fosso, ma rimase cristallizzato a designare la fonte e le contrade alla sua sinistra orografica.

Come spiegare infine questo vocabolo bar(i)cus ‘fosso’? Qui ci addentreremmo sempre più nel campo della speculazione, visto che un tale appellativo non sembra attestato altrove che nel documento citato. Certo, è sempre possibile ricorrere ad una radice indoeuropea del tipo *bher- ‘portare’ (anche nel senso di acque). Ma in tal caso il vocabolo bar(i)cus non potrebbe essere né originario della lingua latina, né proveniente da una delle lingue italiche dei nostri predecessori sabellici, perché altrimenti, secondo le alquanto ferree regole della linguistica storica, avremmo una F iniziale e non una B. L’indagine resta dunque aperta.