Cecco d’Antonio, chi era costui?

Uno dei miei esempi preferiti di Ceccotoponimi travisati da un’errata “traduzione” in italiano è il M.(onte) Cecco d’Antonio. Questa cima svetta a 1758 m nel territorio del comune di Santo Stefano di Sessanio (AQ), tra Campo Imperatore a N e i pianori di Pòrtora e Prata a S.

Da dove viene il curioso nome? Da un personaggio locale chiamato Francesco d’Antonio, per gli amici Cecco? Sembrerebbe del tutto plausibile, ma invece non è affatto così.

Si tratta, infatti, di un adattamento del nome locale dei cocuzzoli che costituiscono la cima, ovvero lë ciòcchë dë ndòra. Qui ciocca è una variante locale dell’appellativo coccia ‘testa’, che ben si adatta alla conformazione del luogo. Il vero toponimo è invece n’dòra, cioè in Tora. Il nome della montagna è proprio questo: tòra, ed è attestato già nel XIV sec. In un documento che sancisce la confinazione tra Barisciano e la Baronia di Carapelle, si trova infatti scritto “a montibus de Camisea (Monte Camicia) versus montem Thoru recta linea secundum cursus aque rigi Grictiosi vocati Rigondi (riònnë, sulle carte Rionne)” e poi ancora “in dicto monte Thoru iuxta Campum Niblis (càmbërë nébbëlë, adattato sulle carte come Campo delle Ginestre)”.

Ci troviamo di fronte ad un toponimo antico, appartenente alla stessa serie dei poleònimi Toro (CB), Toritto (BA), Torella del Sannio (CB), Torella dei Lombardi (AV), Tora e Piccilli (CE), Tuoro sul Trasimeno (PG) e Torino di Sangro (CH), tutti in area antico-italica. Formalmente potrebbero derivare direttamente dal latino torus ‘poggio’ o piuttosto, vista la distribuzione della serie, da un ipotetico vocabolo sabellico (osco, umbro, ecc.) ad esso corradicale. Cioè proveniente dalla stessa radice PIE *teur- [1] che ha generato i vari nomi indoeuropei del ‘toro’, ma che ha anche un significato di ‘gonfio’, esemplificato dal vocabolo antico-islandese thori, che ben si presta anche come appellativo geografico nel senso di ‘sporgenza, colle’.

Non so se sulle mappe catastali il toponimo Tora sia correttamente riportato. Se ciò non fosse, e se le carte IGM e derivate rimanessero ormai il solo strumento per tramandare la toponomastica locale, avremmo qui perduto un interessante toponimo antico. Fortunatamente, negli anni ’90 ho potuto ancora intervistare degli anziani di S. Stefano, Calascio ecc. che si ricordavano bene di Tora ma non del sig. Cecco d’Antonio!

[1] IEW, pp. 1080-1085.

 

4 thoughts on “Cecco d’Antonio, chi era costui?

  1. Salve, quindi per vedere se ho capito bene: non esiste nessun Cecco d’Antonio? ma allora la domanda mi pare logica..perché la montagna ha questo nome? e chi è Tora? Grazie

  2. Salve. Piuttosto: cos’è Tora. Come scritto nel post, si tratta di un antico termine geografico, imparentato al latino torus ‘poggio’. Questo significato spiega perché tale nome sia stato attribuito alla montagna.

  3. Un adattamento italiano del nome locale. Dei topografi, probabilmente quelli che redassero le prime carte IGM, ascoltarono il nome dialettale dalla viva voce dei paesani e mal lo interpretarono: essendo ‘forestieri’, non compresero né il significato di “ciocca”, né quello di “tora”. Allora scrissero sui loro taccuini: Cecco d’Antonio, coniando un antroponimo che nulla ha a che vedere col nome originario.

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