In cerca di Mainardo, il costruttore di castelli

CastelmenardoCastel Menardo è un castello medievale che sorge vicino a Serramonacesca. Si colloca sul versante occidentale dell’alta valle del fiume Alento, su un’altura a 473 m di altezza nota come colle ciumina. Ne consiglio fortemente la visita perché si tratta di un luogo molto suggestivo e panoramico, tanto più che l’accesso è oggi facilitato da un sentiero attrezzato che si stacca dalla strada tra Serramonacesca e l’Abbazia di S. Liberatore a Maiella. A parte l’indubbio interesse storico-architettonico, ne parlo in questo post per via del suo nome, che a tutt’oggi rappresenta un mistero. In effetti, la vita stessa del castello è misteriosa, in quanto non sappiamo né quando sia stato fondato, né da chi. Il silenzio delle fonti sulla fortificazione, infatti, è quasi totale. Ad esempio, non compare mai nelle carte di S. Liberatore, che pure possedeva tutti gli insediamenti della zona, compresi Serramonacesca e Polegra, di cui resta un rudere di torrione sul lato destro (est) della valle. L’analisi delle tecniche murarie sembrano ricollegarsi a costruzioni di età e committenza federiciana (prima metà del XIII sec.). Formalmente, il nome del castello riprende un nome personale, Menardo, Manardo o Mainardo, di origine germanica (*magin-hard da magin ‘forza’ e hard ‘duro’), molto ben attestato in epoca franco-spoletina. Ciò non stupirebbe in sé, in quanto sembra del tutto plausibile che un ipotetico costruttore, tale Menardo, abbia voluto chiamare la fortificazione col suo nome. La cosa strana è la proliferazione di siti fortificati che richiamano proprio questo presunto personale germanico. Ad esempio, nell’attuale comune di Borgorose (RI), ma un tempo università autonoma del Regno, si trova Castelmenardo, già attestato nel XII sec. (Castellum Manardi). Il monte con cui culmina il territorio di Sarnano (MC), a confine con Bolognola e Amandola, si chiama M. Castel Manardo, probabilmente richiamando una Villa Castri Maynardi che non so localizzare ma che è citata nel XIV sec. tra i casali del territorio di Camerino. Più lontano, in Calabria, si trovava Castelmonardo (Castrum Maynardi nel XIII sec.), ricostruito nel XVIII sec. come Filadelfia (VV). Anche a Treviso c’era un Castelmenardo, ma di questo forse si conosce il fondatore, un certo Menardo Faledro (unica fonte: Wikipedia). Possibile che tutti i fondatori di castelli si chiamassero Menardo? Ho provato come controprova a cercare se vi siano stati dei “Castrum Pandulphi”, “Castrum Actoni”, “Castrum Bernardi”, “Castrum Raynaldi”, “Castrum Reginaldi” in Italia ma non ne ho trovato traccia. Oppure che lo stesso personaggio megalomane fondasse castelli in giro per l’Italia, inevitabilmente chiamandoli col suo nome, come pure suggerisce il solito sito locale? Mi sembra ugualmente improbabile, anche viste le epoche diverse di fondazione ed attestazione dei castelli suddetti.

Inoltre, il nome Menardo, Mainardo è presente nella toponomastica anche da solo, senza l’appellativo castello. Famosa è la “Catena delle Mainarde“, quel tratto dello spartiacque appenninico che separa i bacini del Sangro, del Volturno e del Liri-Garigliano. Senonché, come molti nomi di “massicci”, anche questo venne attribuito a tutta la catena solo in epoca recente. In origine, il toponimo sembra indicare un insediamento montano, ancor oggi segnato come Case Mainarde sulle carte IGM, in territorio di Vallerotonda (FR). Esteso dai locali ad una specifica cresta che sovrasta le case (“Catenella delle Mainarde”), il nome fu poi dilatato a dismisura dai geografi. Molti altri microtoponimi del tipo mainardo sono rintracciabili nell’Italia centro-meridionale e in Veneto.

Una possibile origine di questi nomi, alternativa a quella antroponimica, potrebbe nascondersi dietro l’elemento main- < *magin-, se rinunciamo a considerarlo come parte di un nome di persona. Possiamo pensare invece ad un appellativo *magino-, con suffisso -ardo, -a che non è necessariamente germanico (basti pensare al toponimo Camarda, che certamente non è di origine germanica). Questo appellativo potrebbe essere di origine prelatina, italica, vista la sua distribuzione nell’Italia centro-meridionale (e visto anche che la lingua prelatina del Veneto, il venètico aveva molti punti di contatto con le lingue italiche). Lo troviamo senza suffisso nel microtoponimo maìnu, nome di un colle nei pressi del valico stradale delle Capannelle, in tenimento di Marruci.

L’appellativo *magino- potrebbe riflettere la radice indoeuropea *mag- che è nota per aver prodotto il coronimo Majella, da un precedente Magella. Il significato del tema *mag- è quello di ‘grande’, dal che sarebbe spiegata anche la genesi dell’aggettivo latino magnus ‘grande’. Le diverse formanti, -ella di Magella e -in- di *magino-, però, suggerirebbero un qualche signifcato più concreto, e passibile di derivazioni. Non vanno, invece, inseriti in questa serie i nomi del tipo màina, che riflettono invece una voce imago, -inis ‘immagine (sacra)’, e quindi la presenza di una cappella votiva.