Né piccante né appestato

Capsicum_peperoncinoA poca distanza della foce del fiume Foro, ai margini settentrionali del territorio comunale di Ortona (CH), una frazione porta ufficialmente il nome di Lazzaretto. Si tratta di un insediamento agricolo, inizialmente costituito da case sparse, che recentemente ha subito una notevole evoluzione urbanistica. Per la posizione, può ritenersi l’insediamento erede dell’antico castello medievale di Pizzocorvaro, che era situato appena più a nord, su una collina dominante la foce del Foro, e scomparve durante la crisi del XIV-XV secolo lasciando il suo territorio, compreso tra Foro ed Arielli, come feudo prima privato e poi dell’università di Ortona.

Il nome Lazzaretto è « ufficiale » in quanto localmente la frazione è detta « Rutino ». E’ interessante capire l’origine di questa denominazione. Il vocabolo lazzaretto indica in italiano un ospedale destinato all’isolamento di malati contagiosi. E’ possibile che questa località fosse stata destinata alla quarantena degli appestati dei centri vicini durante un’epidemia, magari proprio quella del Trecento che dovette far scomparire per sempre gli abitati minori come Pizzocorvaro ? Sembra possibile, anche se la relativa lontananza dei centri più vicini (Ortona, Tollo, Francavilla) non depone a favore di questa ipotesi, ed inoltre la memoria locale non sembra ricordare tale utilizzo. Forse c’è un’altra possibilità.

Se cerchiamo l’etimologia della parola lazzaretto, apprendiamo che questo termine deriva dal nome dell’isola veneziana di S. Maria di Nazareth, su cui nel XV sec. sorse un posto di quarantena chiamato nazaretto, il cui nome, per sovrapposizione con quello del personaggio evangelico Lazzaro, appestato per antonomasia, mutò in « lazzaretto » (www.etimo.it).

Ora, tra le chiese che pagavano la decima al vescovo di Chieti nel XIV secolo esisteva proprio una « ecclesia S. Marie Naczarene » nel castello di Pizzocorvaro, la quale fu registrata anche come « S. Maria de Nazaret » in un inventario dei beni della chiesa teatina redatto negli stessi anni. Si tratta della sola chiesa con questo titolo nella diocesi. Non era la pieve, cioè la chiesa principale, di Pizzocorvaro, ma una chiesa secondaria, probabilmente situata in zona rurale. Com’era appunto il sito di Lazzaretto rispetto al centro del castello di Pizzocorvaro.

E’ possibile ipotizzare che, dopo l’abbandono di Pizzocorvaro e la diruzione di S. Maria di Nazaret, il luogo abbia continuato a essere identificato col nome della chiesa stessa, e questo nome sia stato adottato dai primi coloni che ripopolarono il sito (nel XVI-XVII sec. ?). Storpiato in Lazzaréttë, il toponimo fu poi così registrato da qualche cartografo, e cristallizzato nell’uso ufficiale.

Quanto al nomignolo ufficioso Rutìnë col quale gli abitanti chiamano la frazione, possiamo pensare alla stessa origine di Rutino, comune in provincia di Salerno, per il quale andrebbero bene sia un aggettivo rutinus da ‘ruta’, nome di una pianta, sia un diminutivo del latino tardo rothus ‘terreno rotto (dissodato)’.

 Antonio Sciarretta