Veri e falsi amici

Questa fotoraccolta pubblicata il 3 aprile scorso sul sito del quotidiano Repubblica propone come curiosità diversi paesi italiani che ‘confondono’ perché omonimi di altrettante città ben più conosciute. Vengono citati, tra gli altri, Massa Lombarda (RA), Brindisi di Montagna (PZ), Livorno Ferraris (VC), Bari Sardo (CA), Novara di Sicilia (ME), Milano Marittima (RA), Macerata Feltria (PU), ma anche Barcellona Pozzo di Gotto (ME), Montecarlo (LU) e Filadelfia (VV). Come mai esistono questi casi di omonimia? I motivi sono diversi. Vediamone alcuni, limitandoci ai poleonimi (nomi di centri abitati) omonimi di capoluoghi di provincia.

Spesso si tratta dello stesso vocabolo usato indipendentemente in zone diverse per designare località aventi le stesse caratteristiche. Così, ad esempio, massa è un appellativo geografico molto diffuso in tutta Italia. Deriva dal latino massa ‘ammasso’ specializzatosi tecnicamente ad indicare ‘tenuta, latifondo’. Quando nell’Alto Medioevo i casali al centro dei fondi furono fortificati e diventarono dei ‘paesi’, conservarono il nome generico eventualmente precisato da una specificazione locale. Così oggi abbiamo, oltre a Massa (MS), almeno una decina di poleonimi, tutti con una specificazione, in molti casi aggiunta solo di recente proprio per evitare omonimie.

Anche le due Novara condividono l’origine del nome, che viene in ultima analisi dall’aggettivo latino novus ‘nuovo’ anche se attraverso vocaboli diversi. Le tante località chiamate Ferrara, tra cui Ferrara di Monte Baldo (VR), dovrebbero derivare tutte dalla voce ferraria, secondo i casi ‘fucina’ o ‘ferriera’, anche se in alcuni casi non si possono escludere altre etimologie. Tante sono pure le Pescara. Pescara del Tronto, frazione di Arquata del Tronto (AP) condivide con il più famoso capoluogo abruzzese l’origine dalla voce piscaria ‘pescoso, pertinente ai pesci’. Tutte da un fondatore Alessandro derivano ovviamente i nomi di Alessandria (in onore di papa Alessandro III), Alessandria del Carretto (CS, dal principe Alessandro del Carretto) e Alessandria della Rocca (AG, dal feudatario A. Presti).

Anche le tre Macerata (a Macerata Feltria va aggiunta Macerata Campania, CE) hanno la stessa etimologia, da maceries ‘mucchio di pietre, rovine di costruzione’. Curiosamente, tutte e tre le città sorgono nei pressi o al posto di altrettante città romane scomparse : Helvia Ricina, Pitinum e Capua (Vetere).

Talvolta l’omonimia si tramanda fin dall’antichità. Stessa origine indipendente hanno le due Potenza (PZ e Potenza Picena, MC) che continuano il nome augurale latino Potentia attribuito alle due colonie. Così Ascoli Piceno (AP) ed Ascoli Satriano (FG) continuano i già omonimi nomi prelatini, che suonavano entrambi A(u)sculum. E sia Reggio nell’Emilia che Reggio di Calabria erano già entrambe R(h)egium per i Romani. Più incerto è il caso di Piacenza d’Adige (PD), per il quale non è sicura l’origine da una voce augurale placentia come nel caso della Piacenza emiliana.

In altri casi le omonimie nascondono storie meno banali. Mentre Bari riflette il toponimo preromano Barium, peuceto o messapico, l’origine di Bari Sardo è verosimilmente protosarda. Torino di Sangro (CH) non ha la stessa origine di Torino, in quanto il primo riflette il vocabolo torus ‘monticello’, mentre il secondo tramanda il nome della popolazione dei Taurini. Anche Lecce nei Marsi (AQ) è un ‘falso amico’ poiché riflette una forma aggettivale da ilex ‘elce, leccio’, mentre Lecce nel Salento continua il prelatino Lupiae. Neppure Ragusa e Ragusa/Dubrovnik hanno la stessa origine: l’una prese il nome da un vocabolo greco-bizantino che significava ‘granaio’ e l’altra da una deformazione del dalmatico lau(sa) ‘rupe’.

In pochi casi, gli omonimi sono dei ‘veri’ amici, in quanto il nome della località meno famosa dipende da quello della più importante. Si parla in questo caso di ‘toponimi di riporto’. E’ questo il caso di Milano Marittima, frazione di Cervia (RA), centro balneare sviluppato da una ditta milanese. In mancanza di etimologie migliori, anche Brindisi di Montagna (PZ) è considerato un toponimo di riporto dipendente da quello più famoso pugliese, che ha un’origine prelatina, messapica. Solo simile all’originale, ma pur sempre di riporto, è Bolognola (MC), fondata da esuli bolognesi, mentre Bolognetta (PA) dipende dal cognome di un feudatario, V. Bologna, e Bolognano (PE) non ha nulla a che fare con la Bologna emiliana giacché è una formazione prediale, dal personale latino Velonius.

Curiosando tra le località minori e le contrade rurali repertoriate nelle carte IGM, saltano ancora fuori tre Napoli, una Genova, sei L’Aquila (con l’articolo), un Campobasso, una decina di Palermo, una Cagliari, ma nessun’altra Roma. Non mi addentro nell’etimologia di questi toponimi, che vanno studiati da esperti locali.

Allargando il nostro orizzonte, troviamo in Italia anche sei località chiamate Parigi, una Lisbona, tre Belgrado, due Berna, otto Venezia, una Vienna, tante Monaco, diverse Valenza, due Siviglia, una Ginevra e tre Mosca. Ma di queste parlerò in un prossimo post.