Se Napoleone fosse stato Napoletano

napoleoneSe Napoleone fosse stato Napoletano, forse sarebbero state le Due Sicilie a conquistare la Francia, e non il contrario. E, stando così le cose, forse i paesi francesi avrebbero oggi un nome “ufficiale” in italiano o, come dicono i linguisti, un esonimo. Vediamo questa fanta-carta geografica, zummando sull’Ovest parigino.

Cominciamo da Rueil-Malmaison, che ovviamente sarebbe Rueglio: poco importa l’etimologia del toponimo francese, da un nome composto gallico con ialos ‘radura’; in Italia esiste Rueglio (TO) che giustificherebbe pienamente l’adattamento fonetico.

Anche Nanterre è in origine un composto gallico, nemeto-duron ‘forte del santuario’. La versione attuale è però così lontana dall’originale che i nostri toponomasti duosiciliani avrebbero rigettato il classicheggiante Nemetoduro ed avrebbero optato per l’adattamento fonetico Nanterra, assonante con -terra.

Per Suresnes, forse da un accusativo plurale del nome gallico di una sorgente *surisnae, andrebbe bene Surisne (in latino moderno è al singolare, Surisna). Saint-Cloud sarebbe facilmente San Clodo o San Clodoaldo, riflettendo il nome del principe merovingio qui morto. Garches ha un’origine oscura, ma compare per la prima volta nel X sec. come Garziacus, per cui sarebbe reso Garzaco; dopotutto il suffisso prediale (cioè che forma nomi di località a partire dal nome del proprietario tardo-antico del fondo agricolo) di origine celtica -aco è ben conosciuto in Italia e addirittura esiste in Lombardia il toponimo Garzago (con resa dialettale del suffisso citato).

Continuando il giro antiorario attorno a Rueglio, la nostra fanta-carta presenterebbe, al posto di Vaucresson, Valcrescione. Le prime attestazioni del toponimo francese sono, infatti, del tipo Vallis Crisonis: il secondo elemento è o un nome proprio, o una latinizzazione del fitonimo (nome di pianta) di origine francone cresson ‘crescione’. Senza sorprese, La Celle-Saint-Cloud (nella norma francese i toponimi composti da più parole vogliono il trattino tra le diverse parole, salvo articoli ed altre eccezioni) sarebbe resa con Cella S. Clodoaldo, mentre sarebbe meno ovvio italianizzare Bougival; la forma più antica a noi pervenuta di questo toponimo è Beudechisilovalle (VII sec.), che lo spiega come una composizione del personale germanico Baldo-gisilo e di -vallis ‘valle’: i nostri commissari toponomastici si sarebbero chiesti cosa sarebbe diventato nei secoli il nome Baldogisilo in italiano e forse avrebbero optato per Bogiovalle.

Passando alla riva nord della Senna, Croissy-sur-Seine sarebbe Crociaco sulla Senna; il suffisso gallo-romanzo -acum del quale abbiamo già parlato (e da cui viene il toponimo, in origine ‘podere di Crocus‘) molto spesso si semplificò in francese moderno in -y. Poco distante, troveremmo Catto, che i nostri toponomasti avrebbero preso tal quale dalle più antiche attestazioni Catho e Catho, del nome di Chatou.

E così abbiamo concluso questo circuito nel dipartimento dei Colli della Senna (o Hauts-de-Seine) e in quello delle Eveline (Yvelines) della nostra fanta-carta napoleonico-napoletana. Nel nostro caso abbiamo fatto della fanta-toponomastica, ma va ricordato che la pratica degli esonimi è una realtà storica molto potente, quantunque oggi in via di scomparsa (si tende a non adattare più i toponimi stranieri nella propria lingua, per via di una sorta di supremazia della lingua scritta). Ad esempio il vero Napoleone, quello francese, avrebbe letto suelle sue, di carte, città italiane chiamate Coni, Lucques, Mantoue, Livourne, Modène, Pérouse, Naples, Pouzzoles (Pozzuoli), Ancône, Tarente ecc. Et, bien sûr, les Abruzzes.