Fiumiciattoli o noccioli

Hazelnuts

In un post precedente, ho citato gli idronimi (nomi di corsi d’acqua) Avella (CH) e Vella (AQ) come esempi di derivati dalla radice indoeuropea *au(e)- ‘scorrere, bagnato, acqua’, radice molto produttiva in buona parte d’Europa.

Aggiungo ora che, probabilmente, per spiegare meglio questi idronimi dobbiamo ipotizzare un vocabolo *aue-r(e)la, forse un diminutivo (‘fiumiciattolo’) comune a diverse lingue italiche (ceppo di cui le lingue sabelliche dell’Abruzzo facevano parte). Escludendo i moderni Avella ed Avellino che continuano gli antichi toponimi Abella ed Abellinum suo diminutivo, i quali, presentando una B hanno un’origine del tutto diversa, il tipo avella è sorprendentemente diffuso in tutto il centro-sud italiano.

Nelle aree ‘italiche’, dunque. Più precisamente, i focolai di diffusione più importanti sembrano essere le antiche regioni dei Sanniti Irpini e di quelli Pentri, nonché quella degli Umbri Sarsinati. Per fare qualche esempio (i toponimi sono citati come compaiono sulle carte IGM), Avella, località presso Flumeri (AV), si trova curiosamente vicina al T. Fiumarella, il cui nome è in definitiva una sorta di sua ‘traduzione’ in italiano. Un T. Avella scorre tra Monteleone di Puglia e Panni (FG). La Valle l’Avella è un affluente del F. Calore, tra Montella e Nusco (AV). L’Avella è un’altra zona di sorgenti, situata presso Acerno (SA). Abbiamo poi il T. Vella, omonimo di quello peligno, che si trova in Molise ed è affluente del Trigno : questo nome risulta dall’intepretazione popolare del sintagma l’avella come la vella. Un altro idronimo, il T. Avellola, affluente del F. Sabato presso Altavilla Irpina (AV), ha ricevuto un ulteriore suffisso diminutivo.

Negli ultimi due esempi, l’originario vocabolo sannita o sabellico ha subito nel tempo delle trasformazioni fonetiche o morfologiche, in quanto il suo significato originario era ormai perduto per i parlanti del luogo. Un altro vocabolo usato nella toponomastica che appare come un derivato di avella potrebbe essere avellana. Su questo vocabolo però si sovrappone il fitonimo (nome di pianta) omofono avellana ‘nocciolo’, che ha tutt’altra origine, derivando dal nome latino della città di Abella, già richiamata sopra.

Pertanto, i toponimi del tipo avellana potrebbero sia riflettere un più antico idronimo, allusivo alla presenza di sorgenti o corsi d’acqua, sia il fitonimo romanzo, legato alla presenza di noccioli. E’ però difficile attribuire gli idronimi al nome del nocciolo, in quanto questa specie arborea non è particolarmente specifica delle zone sorgentifere o delle rive dei corsi d’acqua.

Località chiamate Avellana si trovano presso Serracapriola (FG) e Serra S. Abbondio (PU), la prima alle sorgenti del T. Pisciarello, la seconda alle sorgenti del F. Cesano. Quest’ultima località è in realtà più nota come Fonte Avellana, nome che è anche proprio del famoso monastero camaldolese risalente al X secolo. Fonti dette ‘avellana’ si trovano pure a Cercepiccola (CB) e Pescolanciano (IS). Altri idronimi di questo tipo sono il F.so Avellana presso Casacalenda (CB) e il Rio Avellana affluente del F. Foglia presso Sassocorvaro (PU), ai quali vanno aggiunti quello che sta alla base del nome del monastero (un altro !) di S. Pietro Avellana (IS) vicino al Sangro, nonché il piccolo idronimo rigo de Avellana che ho scovato presso Vasto (CH) in una carta del IX secolo che descrivei beni del monastero di S. Maria di Tremiti.

Nel caso del Rio Avellaneta affluente del T. Voltre presso Civitella di Romagna (FC), nella zona una volta umbra di Sarsina, il suffisso -eta punta chiaramente al fitonimo, ma potrebbe essere frutto di una risemantizzazione posteriore, avvenuta quando il significato originario era stato ormai confuso con quello fitonimico.

Antonio Sciarretta

(immagine di Fir0002 di Wikipedia in inglese – Originally from en.wikipedia; description page is/was here., CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=38582)