Città Sant’Angelo

Sorpasso(da Il Sorpasso, periodico politico-culturale-sportivo di Montesilvano, a. 2, num. 7)

Tra le vicine di Montesilvano, abbiamo già parlato dei nomi di Spoltore (Il Sorpasso, a. II, n. 3) e di Pescara (Il Sorpasso, a. II, n. 4). Questa volta tocca a Città Sant’Angelo, la vicina settentrionale, il cui territorio è separato da quello montesilvanese dal corso del fiume Saline.

Si tratta di un toponimo tra i più antichi della zona, almeno secondo la data di prima attestazione, e tra i più stabili nel tempo. Lo troviamo, infatti, nella forma latina Civitas Sancti Angeli già nel IX secolo (anno 875) e da questa data in poi sempre in questa forma o, dal XVI sec., nella ‘traduzione’ italiana Civita Sant’Angelo. E’ solo dal ‘700 che si afferma a livello ufficiale la grafia Città Sant’Angelo, equivalente come significato, ma in dialetto il paese continua ad essere chiamato fino ai giorni nostri ciù sandàgnele, con quel curioso termine ciù che continua il vecchio civitas.

Ho già discusso questo appellativo civitas ‘città’, del quale il paese si fregia sin dall’uscita dai secoli bui altomedievali, e che era attribuito ad almeno tre categorie di luoghi. Da un lato, vi erano le vere e proprie ‘città’, sedi cioè di un vescovo e centri di una diocesi e spesso eredi di un municipio di epoca romana. Abbiamo così ad esempio la Civitas Pinnensis (Penne), la Civitas Teatina (Chieti), la Civitas Amiternina (Amiterno poi trasferita all’Aquila), la Civitas Sancti Maximi (Forcona poi trasferita all’Aquila), la Civitas Aprutii (Teramo)…

Altri antichi municipi romani continuavano ad essere chiamate ‘civite’ nonostante avessero perso la sede diocesana. Casi ben documentati sono la civitas Aternum, la civitas Atri, la civitas Ortona. Da questi esempi si vede come il titolo onorifico tendeva a rimanere in vita anche quando la consistenza demografica e l’importanza del centro si era fortemente ridotta. E’ proprio avendo presente questo fenomeno che in certi casi è possibile risalire all’ubicazione, altrimenti ignota, di un antico centro scomparso. Ad esempio, ho proposto di identificare il municipio frentano-romano di Buca con la medievale Civita di Sangro.

Le civite medievali non erano però tutte eredi di municipi romani. Sempre nel chietino, ho studiato la corrispondenza di alcuni toponimi del tipo civita (e civitella, suo diminutivo) con centri minori romani (vici) o addirittura con castelli (oppida) sabellici, preromani. Per analogia, poi, l’appellativo civita è stato spesso attribuito anche ai resti di antichi abitati distrutti. Ne abbiamo diversi esempi nella micro-toponomastica locale.

Nel caso di Civita S. Angelo siamo a cavallo tra la seconda e la terza categoria citate qui sopra. Di fatto, la zona in questione apparteneva al municipio di origine vestina di Angulum, del quale non si è trovata finora la precisa ubicazione. Gli specialisti tendono a ritenere oggi che si trattasse di un municipio sparso, senza un vero e proprio centro, ma con diversi pagi e vici diffusi sul territorio (che andava dalla Piomba alla Pescara e confinava all’interno con Pinna). In questo territorio, un solo luogo ha conservato il titolo di ‘civita’, ed è quello di cui stiamo scrivendo. Con ogni probabilità, dunque, l’odierna Città Sant’Angelo è l’erede, almeno nella toponomastica, di Angulum, anche se non le corrisponde necessariamente nel sito.

Questo toponimo Angulum è di origine sabellica (vestina) e riflette con ogni probabilità un termine imparentato con latino angulus ‘angolo’, motivato da una qualche caratteristica morfologica del territorio (come una collina appuntita). La quasi omofonia della specificazione medievale S. Angelo con l’antico nomeha anche fatto supporre una continuità diretta del toponimo. In realtà S. Angelo è il titolo dell’antica chiesa parrocchiale, oggi detta di S. Michele, e probabile eredità dei Longobardi che avevano in grande considerazione il culto dell’Arcangelo. Non va comunque esclusa una sovrapposizione delle due motivazioni: i Longobardi che ricostruirono e riabitarono il sito, dove si trovavano i resti di uno dei vici di Angulum, potrebbero aver adattato il preesistente toponimo per farlo coincidere con quello di uno dei loro Santi preferiti.

(Antonio Sciarretta)